C’è una sottile ma fondamentale differenza tra chi ha raggiunto uno stato di presenza e chi no.
Nella presenza tutto di te si esprime attraverso delle piccole ed impercettibili “sospensioni”. Scompare la fretta. La quiete ti accompagna. I gesti, le parole, i movimenti vengono intervallati da piccoli spazi vuoti, che rendono qualsiasi accadere sincero.
Thich Nhat Hanh lo chiamava “Il miracolo della presenza mentale.”

Chi invece é ancora intrappolato negli automatismi, “scivola” costantemente tra una parola e un’altra, tra un pensiero e un’altro, tra un movimento e un’altro. Ma scivolare significa rimanere nella superficie dell’esperienza, attraversarla senza viverla, superarla senza comprenderla. Qui esistono le dipendenze, i compromessi, le menzogne, le paure e la sofferenza. Qui c’è fretta, il tempo che non basta mai, gli errori che si susseguono.

Quando scivoli costantemente tra un istante e un’altro istante tutto di te é focalizzato nel trovare un appoggio esterno. Quindi é l’esterno che determina le tue scelte. Quando invece c’é sospensione, c’é relazione: cuore e mente si allineano nel momento presente. Dalla loro connessione ne deriva saggezza, gioia e leggerezza. E se questo accade dentro di te allora dall’interno si riverserà anche all’esterno. Come ha affermato Ermete Trismegisto “Come dentro, così fuori”, perché ricorda il tuo campo vibrazionale é accordato con tutto ciò che vedi.

Jhonny

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