Abbiamo la convinzione che ogni nostro vuoto interiore possa essere riempito da qualche cosa di esterno.
Il vuoto, la mancanza sono “l’illusione”; un desiderio compulsivo che ci spinge a ricercare quel “qualcosa” che possa placare quella fame insaziabile che continua a nascere in noi. Ma tutto ciò crea una voragine sempre più grande e una tristezza sempre più profonda.
In alcune tribù gli anziani raccontano questa storia particolarmente significativa….
Un uomo sedeva da solo sprofondato in una grande tristezza. Tutti gli animali si avvicinarono a lui, e gli dissero:
“Non ci piace vederti triste, chiedici quello che vuoi e lo avrai”.
L’uomo disse: “Voglio avere una buona vista”, e l’avvoltoio rispose “avrai la mia”.
L’uomo disse: “Voglio essere forte” e il giaguaro rispose “sarai forte come me”.
Allora l’uomo disse: “Vorrei tanto conoscere i segreti della terra” e prontamente il serpente “te li mostrerò”.
E così fece con tutti gli animali.
E quando l’uomo ebbe tutti i doni che loro potevano dargli se ne andò.
E il gufo disse agli altri animali: “Ora l’uomo sa molto ed è capace di fare molte cose, ma improvvisamente ho paura!”.
Il cervo disse: “l’uomo ha tutto quello di cui ha bisogno, ora non è più triste”.
Ma il gufo disse: “No, io ho visto un buco nell’uomo, profondo come una fame che mai si placherà…questo lo rende triste e lo spinge a desiderare.
Lui continuerà a prendere e a prendere finché il mondo dirà: “Non esisto più e non ho più nulla da dare!”
Jhonny