Troppo spesso per molti di noi fare ordine significa scappare dal disordine. Non siamo disposti a capire cos’è il disordine e puntiamo diritti verso ciò che riteniamo essere una condizione di ordine. Quando è il caos a caratterizzare ogni aspetto della nostra vita, è atteggiamento comune ricercare ciò che può essere sostituito a quel caos. Non cerchiamo di capire il disordine, o ci limitiamo ad osservarlo come una interferenza esterna. Ci chiediamo allora: “Come posso fare…” e questa domanda porta automaticamente a ricercare aiuti o soluzioni esterne a noi o che comunque possano arrivare da qualcuno o qualcosa attorno a noi.

La vera domanda da porsi è: “Perché mi trovo qui?” Pongo in questo modo i riflettori su di me, sulle mie condizioni interiori che mi anno portato a vivere questa determinata esperienza. Quali scelte ho fatto, quali stati d’animo, quali emozioni, quali pensieri e convinzioni, quali abitudini. Tutto ciò è il contenitore, l’embrione da cui poi l’esperienza prende forma. Pertanto se dentro di me c’è un radicato disordine non posso pensare di vivere esperienze armoniose.

Jhonny

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